venerdì 31 maggio 2013

Dal sito www.siciliascacchi.it

Pubblicato il 31.05.2013 ore 08:20 sul sito del comitato regionale degli scacchi www.siciliascacchi.it
 
Altre Notizie

Giornata internazionale della famiglia. Gli Scacchi contro il gioco d'azzardo


Interessante iniziativa dell'associazione Scacchistica Noto contro il fenomeno della ludopatia.


Si è svolto domenica 26 maggio a Noto, presso la sede della locale Associazione Famiglie "Maria di Nazareth" onlus, un torneo di scacchi per "famiglie". Il torneo rientrava nella serie di iniziative promosse dall'Associazione in occasione della Giornata internazionale della famiglia, (15 maggio) e faceva seguito all'interessante forum cittadino sul tema "Il gioco d'azzardo patologico".
Il torneo, organizzato in collaborazione con la locale ASD Scacchistica Noto, aveva lo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica su come sia possibile vedere genitori e figli accomunati  da una "sana" passione per il gioco, visto nei suoi aspetti migliori. Le famiglie invitate all'evento, tutte accomunate dalla passione per il gioco degli scacchi,  hanno risposto positivamente all'invito, confrontandosi, sulla scacchiera:un confronto dove la differenza di età, di sesso, di estrazione sociale, non contano assolutamente nulla. Infatti, l'assoluta mancanza di eventi puramente aleatori, (negli scacchi non esiste l'elemento "fortuna", tipico di quasi tutti gli altri giochi), permette un confronto alla pari, anche in presenza di una differenza generazionale come quella che esiste tra padri e figli.
Per quanto riguarda l'aspetto puramente tecnico/ludico, bisogna dire che la famiglia Trapani, capitanati dalla brava Giulia, (12 anni), con in seconda scacchiera il piccolo Luca (7 anni) e in terza scacchiera papà Gioacchino, si sono mostrati agguerritissimi. Alla fine hanno preceduto, solo per mezzo punto i Cusi che schieravano l'intera famiglia, papà, mamma, Claudia, (13 anni), e Alessio, (12 anni). Terzi classificati i Bellomo, (papà Luciano, Sebastiano e Paolo), quarti i Masini, (papà Pierluigi, Robertina, Luciano e Samantha). Il torneo si è svolto con girone all'italiana, su tre scacchiere.
 Il Presidente dell'Associazione famiglie, ins. Corrada Ricciardi, è rimasta vivamente impressionata dell'affiatamento e dello spirito di gruppo che ha animato le famiglie presenti, e ha più volte ringraziato le quattro famiglie per aver aderito all'iniziativa.
Anche il Sindaco di Noto, Corrado Bonfanti, ha avuto parole di encomio per l'iniziativa.
                                     
 

autore: Riccardo

Da "La Sicilia" del 30/12/2013


martedì 28 maggio 2013

The Economst

Non c'è bisogno di traduzioni...
http://www.economist.com/blogs/graphicdetail/2013/05/daily-chart-16

L'Economist ha appena pubblicato un'infografica relativa alle più grandi "lotterie" al mondo. Fa abbastanza impressione notare che in prima posizione c'è una nostra, netta affermazione: l'italiana Lottomatica si divora cinesi, francesi e spagnoli. L'ennesima conferma della nostra passione per l'azzardo: primi in Europa, terzi al mondo, con una spesa annua che si aggira sui 90 miliardi di euro. Sedici volte il fatturato di Las Vegas.

venerdì 10 maggio 2013

Dal sito www.vita.it

Welfare familiare: il ruolo dei migranti

di Antonietta Nembri

Indagine promossa da UniCredit Foundation e Agenzia Tu UniCredit sugli assistenti familiari stranieri: destinati a crescere, ma con una formazione professionale da incentivare. Ancora scarsa la conoscenza di diritti e doveri

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Rappresentano la categoria più numerosa tra i lavoratori immigrati. Si tratta delle collaboratrici e dei collaboratori familiari e su di loro e sul loro contributo al welfare familiare è stata realizzata una ricerca, promossa da UniCredit Foundation e Agenzia Tu Unicredit. Alla presentazione, oggi a Roma, hanno partecipato Maurizio Carrara, presidente di UniCredit Foundation e Cristina Proci, Responsabile Commerciale di Agenzia Tu UniCredit. A illustrare la ricerca Renato Marinaro della Caritas Italiana. Alla tavola rotonda hanno preso parte Franco Pittau, del Centro Studi e Ricerche Idos, Tetyana Kuzik, consigliere comunale aggiunto per l’Europa dell’Est di Roma Capitale, Raffaella Maioni, della Segreteria Nazionale Acli Colf. Le conclusioni sono state affidata a Roberto Nicastro, direttore generale UniCredit.

In base agli ultimi dati Inps i lavoratori stranieri censiti che si occupano, in forme diverse, di assistenza familiare sono oltre 750mila. Un numero di sicuro inferiore a quello effettivo, anche a caua della presenza di persone senza un contratto di lavoro regolare che svolgono attività di collaborazione domestica.

Obiettivo dell’indagine (in allegato un documento di sintesi) era quello di conoscere questi immigrati, che cosa fanno, come vengono trattati, come considerano gli italiani e quali rapporti hanno con i Paesi d’origine. La ricerca, ideata e coordinata da UniCredit Foundation è stata condotta da Franco Pittau e Renato Marinaro, che si sono avvalsi del team dei ricercatori del Centro Studi e Ricerche Idos, potenziato in questa occasione da Nadia Vacaru, dell’Università Cuza di Iasi in Romania.

Alcuni dati
La maggioranza degli assistenti famigliari risiede nelle regioni del Nord e del Centro Italia
è qui si è svolta la ricerca. 606 le persone intervistate e individuate tra quanti hanno rapporti in corso con le banche e in particolare con l’Agenzia Tu Unicredit (rete di filiali UniCredit dedicata ai cittadini stranieri residenti in Italia)
«Il costante invecchiamento della nostra società implica un inevitabile aumento del numero di persone anziane da accudire. La constatazione che le professioni che ruotano attorno all’assistenza familiare vengono svolte in misura così rilevante da cittadini stranieri conduce a considerare l’apporto degli immigrati che lavorano in tale ambito come un tassello fondamentale del nostro impianto sociale e della sua coesione» osserva Roberto Nicastro, Dg di UniCredit. «La rete di filiali Agenzia Tu UniCredit sono la dimostrazione del nostro impegno affinché l’integrazione non rimanga un intento, ma si trasformi da concetto astratto in realtà concreta».

Per quanto riguarda i Paesi di provenienza delle 606 persone che hanno compilato il questionario in ordine di importanza numerica si tratta di: Romania, Ucraina, Moldova, Filippine, Ecuador, Sri Lanka, Perù, e a seguire Georgia, Polonia, Bulgaria, Albania, Argentina, Bangladesh, Brasile, Egitto, Haiti, India, Lettonia, Lituania, Marocco, Messico, Panama, Repubblica Dominicana e Venezuela.
Il questionario chiedeva, oltre ai dati anagrafici, di rispondere a domande sullo stato familiare, sul grado di istruzione, sul tempo di permanenza in Italia, sul tipo di contratto e sul tempo di lavoro, sulle prestazioni effettuate e la tipologia delle persone assistite, sul grado di soddisfazione nel rapporto con gli assistiti, sulle capacità di risparmio e sulla sua destinazione
La tipologia delle persone da assistere vede in prima posizione gli anziani (53,1%; in più della metà dei casi si tratta di un anziano solo). Inoltre in un terzo dei casi (36,5%) l’assistenza viene prestata alle famiglie, dove quasi sempre vi sono dei figli e, in un terzo dei casi, degli anziani a carico.
La grande maggioranza degli intervistati lavora tra le 20 e le 40 ore a settimana (55,6%), una quota consistente (26,2%) lavora tra le 41 e le 60 ore e addirittura non mancano i casi di oltre 60 ore di lavoro (4,0%), come vi è anche chi lavora meno di 20 ore (6,4%).
Le mansioni affidate riguardano principalmente la cura delle persone (per il 66,5% degli intervistati) e la cura della casa (per il 63,2%), ma non è di poco conto il lavoro svolto in cucina (33,3%), mentre è meno ricorrente il compito di fare la spesa (7,1%).

Il livello di istruzione degli intervistati risulta mediamente elevato, con il 26,7% che ha conseguito il diploma e il 18,0% che ha frequentato l’università. Meno soddisfacente è la formazione specifica ricevuta per la cura delle persone (73,3% risposte negative e 24,7% risposte positive), un tema che inizia ad essere seriamente dibattuto da esponenti sia del Terzo settore, sia delle istituzioni.
Va segnalato che solo una quota minoritaria sente la necessità di una formazione specifica (36,0%, contro il 59,4% di risposte negative). «L’assenza di formazione specifica e la carenza di precise qualifiche professionali, pur a fronte di un livello di istruzione piuttosto alto, di chi per lavoro si dedica alla cura della persona e della casa rappresentano un punto critico, nell’interesse sia del lavoratore, sia della famiglia-datore di lavoro, ma anche dello Stato, delle Regioni e, soprattutto, dei Comuni», sottolinea Franco Pittau. «Una migliore qualità del “welfare familiare” migliora la qualità della vita delle comunità, ma può anche aiutare a contenere i costi pubblici sia per le cure, sia per l’assistenza, in particolare delle persone anziane».
È stato, infatti, ipotizzato che, se non ci fossero le badanti, lo Stato dovrebbe investire 45 miliardi per assicurare un servizio analogo (Romina Spina, “Le immigrate invisibili che tengono insieme l’Italia”, traduzione dall’originale “Wie unsichtbare Migrantinnen italian zusammenhalten” nel Neue Zürcher Zeitung del 29.12.2009).
L’organizzazione “Badandum” del Pio Albergo Trivulzio di Milano ha stimato che nel 2010 le badanti siano costate alle famiglie 9 miliardi di euro (appena un miliardo in meno della spesa sostenuta dallo Stato per l’indennità di accompagnamento), consentendo così un notevole risparmio alle strutture pubbliche, e il Rapporto Inrca (Istituto Nazionale Ricovero e Cura Anziani) concorda con questa stima, pari allo 0,59% del Pil.

In tema di diritti e doveri si segnala, inoltre, che il 33,6% non fruisce pienamente dei giorni di riposo settimanali previsti dal contratto collettivo nazionale, il 56,5% non presenta la dichiarazione dei redditi (benché obbligatoria per i redditi da lavoro dipendente superiori a 8.000 euro). Il 61% trova lavoro attraverso il passaparola tra connazionali.

Tra i dati dell’indagine si segnala la capacità di risparmio degli intervistati, in grado di accantonare anche fino a 250 euro al mese; il denaro guadagnato viene poi in parte spedito, nella maggioranza dei casi, ai familiari nei Paesi d’origine (il 33,6% attraverso canali informali con il rischio del mancato recapito). Anche perché tra gli intervistati, di tutte le età, prevale il desiderio di rimpatriare (complessivamente il 78,0%, fino ad arrivare all’85,0% tra gli ultracinquantenni). Un’aspettativa peraltro confermata dalla bassa propensione per l’acquisto di una casa, tranne che per la fascia di intervistati con un’età compresa tra i 20 e 30 anni.
Ultimo elemento da evidenziare è che il 62,4% riceve la retribuzione in contanti dove, in presenza di redditi mensili netti superiori ai 1.000 euro, è da osservare che la famiglia viola la normativa che vieta il trasferimento di contante tra privati sopra tale soglia, incorrendo nel potenziale rischio di una sanzione pecuniaria di almeno 3.000 euro.

Dal sito: www.vita.it

Gioco d’azzardo

Pavia si ribella alle slot machine

di Lorenzo Maria Alvaro

Due cortei, il 10 e il 18 maggio, animeranno le vie della città. Simone Feder della Casa del Giovane, spiega in cosa consistono le due manifestazioni. «Vogliamo dei passi avanti da Roma. Serve una legge che vieti la pubblicità off-line e online»

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Sarà un maggio caldo per Pavia. La capitale italiana delle slot e quindi anche della guerra contro le macchinette continua la sua battaglia. E in un mese, il 10 e il 18, vedrà snodarsi per le sue strade due diverse manifestazioni. Entrambe con un obbiettivo: protestare contro l'immobilismo del Governo sui temi della ludopatie e sensibilizzare l'opinione pubblica sui problemi del gioco d'azzardo. Simone Feder, della Casa del Giovane di Pavia, ci spiega in cosa consiste questa mobilitazione.

Simone Feder
Il 10 maggio sarete protagonisti di una manifestazioni contro l'azzardo. In cosa consiste?
Daremo vita ad un corteo, indetto dal Tavolo Permanente Prevenzione Dipendenze, che si chiamerà “In Cammino per l'EducAZIONE”. Al Tavolo e quindi al corteo partecipano in tanti. Ci saranno tra gli altri la Diocesi, le scuole, La Casa del Giovane, il Comune, l'Università, il Provveditorato, la Croce Rossa e tanti altri. Sarà una vera e propria mobilitazione del territorio. Sarà concretamente una camminata per le vie storiche di Pavia che parte da Piazza della Vittoria, in centro, fino al Castello Visconteo.

Perchè avete deciso per questa "passeggiata”?
Per fare qualcosa di dinamico. Vogliamo scuotere la gente. Rendere visibile una battaglia che sosteniamo con tanti sforzi. Il tema centrale del corteo sarà l'azzardo, che a Pavia colpisce sempre di più. Qui il 6% dei giovani gioca d'azzardo online. Una percentuale molto alta.

Anche il 18 andrà in scena una manifestazione contro il gioco?
Si, tutto questo serve a preparare proprio la manifestazione no slot del 18 maggio. Un corteo che partirà alle 9.30 da piazza della Stazione. Sono invitati tutti. Ma lì non ci rivolgeremo ai cittadini ma alla politica. Anche perchè ci siamo accorti che la gente si sta muovendo. Risponde.

Un esempio sono gli esercenti?
Si in molti stanno rispondendo alla campagna per gli "Esercizi Commerciali Etici”. Solo su SenzaSlot.it si sono già registrati 1200 locali.

Ma anche la politica sembra aver recepito il messaggio. La Liguria ha già varato nuove leggi ad hoc e Maroni in Lombardia si sta muovendo...
È vero che qualcosa si sta muovendo. Maroni ci ha ricevuti e ascoltati e questo ci fa molto piacere anche perchè è sembrato deciso nel prendere iniziative. Queste esperienze locali sono molto importanti, importante un quadro legislativo regionale, ma ancora non basta. Bisogna spingere a livello centrale. È un tema troppo grande e delicato perchè le risposte siano esclusivamente territoriali. Serve un passo avanti del Governo. È per questo che manifestiamo. Serve una legge che vieti ogni forma di pubblicità come per gli alcolici e le sigarette sia off line che online e che porti a termine l'inserimento nei L.E.A delle ludopatie, evidenziando la necessità di un'attenzione alla cura differente da quella attualmente in vigore in Italia per il trattamento delle dipendenze da sostanza riconoscendo e favorendo le attività del privato sociale, delle onlus e dei gruppi di mutuo aiuto che lavorano in questo settore.

Da "La Sicilia" del 9 maggio 2013


lunedì 6 maggio 2013

Manifesto incontro "Gioco d'azzardo patologico: problema attuale"


Giornata Internazionale della Famiglia

Comunicato inviato al Sindaco in occasione della Giornata Internazionale della Famiglia.


La Giornata Internazionale della famiglia si celebra ogni anno il 15 maggio. E' stata proclamata dall’Assembla Generale delle Nazioni Unite (A/RES/47/237) nel 1993 e riflette l’importanza che la comunità internazionale attribuisce alla famiglia. Essa offre l’opportunità di promuovere la consapevolezza delle problematiche relative alla famiglia, aumentando la conoscienza dei processi sociali, economici, e demografici che colpiscono le famiglie.

La Giornata potrebbe diventare un’opportunità per tutti i paesi di dimostrare il loro sostegno alle famiglie. I governi, le organizzazini non governative, i Comuni, le scuole e i singoli individui sono invitati a celebrare tale ricorrenza per promuovere una migliore comprensione delle funzioni, dei problemi, e dei bisogni legati alla famiglia.

Ciò premesso, abbiamo ancora vivo il ricordo degli impegni programmatici che Lei, assieme agli altri Candidati a Sindaco del Comune di Noto, prese di fronte ad una folta platea di intervenuti nel 2011.
L'Associazione Famiglie “Maria di Nazareth”, che ha avuto il privilegio di averla come socio onorario, ritiene opportuno stimolare ulteriormente la sua sensibilità sui problemi della famiglia a Noto.
In linea con le proposte che la nostra Associazione le manifestò, allora e nei successivi incontri, è nostro desiderio che la Giornata Internazionale della famiglia non passi inosservata.

Ci affidiamo al Suo senso di responsabilità di Primo Cittadino e di padre di famiglia affinchè sensibilizzi l'opinione pubblica e impegni concretamente l'Amministrazione Comunale su alcune necessità locali che a nostro avviso, in questo momento storico, non vanno trascurate. Ne segnaliamo cinque:

  1. La Consulta Familiare
La nostra Associazione, assieme ad altre Associazioni locali, ha profuso un notevole impegno nella stesura dello Statuto della Consulta familiare: a quattro mesi dall’ultimo incontro, non ne abbiamo più notizie: le chiediamo se per caso la macchina burocratica non si sia inceppata. Crediamo molto in questo strumento di dialogo democratico e di interfaccia costruttiva tra l’Amministrazione e le Famiglie.

2. L'abbandono dei minori e di anziani

Assistiamo a continui tagli della spesa pubblica per il sociale che erodono le possibilità di intervento adeguati, tempestivi, efficaci, sia per i minori che per gli anziani.

Le chiediamo un rinnovato impegno nella costruzione di un sistema dei servizi di sostegno ai minori e degli anziani. Un sistema che, guidato dal pubblico e realizzato in integrazione con il privato sociale e il volontariato, ribadisca la centralità del diritto, di bambini e ragazzi, a crescere in famiglia e, degli anziani, a completare la propria esistenza in famiglia, e assicuri la presenza di servizi sociali professionali di base e di Servizi di assistenza domiciliare.

3.Solidarietà per chi è in difficoltà.

Per rispondere all’isolamento delle famiglie in difficoltà occorre una forte attivazione della società civile. Ogni famiglia è “chiamata ad accogliere” il vicino, specie quando è in difficoltà.

La sollecitiamo a promuovere nell’opinione pubblica una cultura della vicinanza e della solidarietà comunitaria, che aiuti le famiglie a camminare nei sentieri dell’aiuto reciproco, del supporto ai più deboli, attraverso, iniziative, convegni pubblici, incentivi a chi opera nel campo della solidarietà, (le collette alimentari, troppo spesso, riempiono solo la pancia e chetano le coscienze...).

4.Promuovere l'accoglienza.

La invitiamo ad intensificare le occasioni di confronto multiculturale, ascolto e comprensione, con le comunità di colf, badanti e immigrati provenienti dalle più disparate parti del mondo, assicurando percorsi di accoglienza e spazi adeguati alle loro esigenze. Le chiediamo di sensibilizzare l’Amministrazione Comunale e la collettività ad una maggiore attenzione al problema.

5. La dipendenza dal gioco.

Quando la dipendenza dal gioco d'azzardo, (scommesse, gratta e vinci, dieci e lotto...), diventa un problema, la famiglia non può che essere coinvolta in una spirale di debiti, di incomprensioni, di delusioni, di bugie.

Come reagire? Come aiutare le famiglie ad affrontare questo problema? Quali sono le esperienze significative e gli interventi più opportuni?

Le chiediamo di intervenire attraverso una concreta opera di sensibilizzazione sul tema, (forum e incontri pubblici in primis...), a sostegno delle numerosissime famiglie di Noto in difficoltà.

Le segnaliamo che in occasione della Giornata Internazionale della Famiglia, questa Associazione intende sensibilizzare l’opinione pubblica attraverso un incontro pubblico sul tema del quinto punto che le abbiamo sottoposto: i problemi derivanti dalla dipendenza dal gioco.

A breve La inviteremo ufficialmente, certi che la sua presenza e il suo contributo di idee sia da stimolo per noi e per l’opinione pubblica.

Rimaniamo a Sua disposizione per un incontro.

L'Associazione Famiglie “Maria di Nazareth”